Quanto
resta dell’antico complesso immobiliare, rappresenta il fiore all’occhiello del
nostro territorio. è ubicato lungo il fiume Stella in una particolare zona
della pianura detta delle “Risorgive”. Gli edifici di maggiore interesse
storico del paese, oltre al complesso di Villa Ottelio, sono: la chiesetta, il
mulino e una casa a corte.

Alcuni studiosi fanno corrispondere il
toponimo “Ariis” alla località anticamente denominata “Hage”, compresa nei beni
che Woldorico de Attems lasciò alla Chiesa aquileiese nel 1170.
E i primi
riferimenti storici del castello fortificato,poi per lungo tempo in mano ai Savorgnan, risalgono al 2 febbraio 1170 (beni di Woldorico di
Attems).
Il primo documento riguardante questo
maniero risale al 1258 e da esso risulta che fu venduto per duemila ducati al
patriarca Gregorio di Montelongo dai conti Savorgnano. In precedenza
apparteneva quasi sicuramente alla Chiesa aquileiese. Un documento seguente che
cita il castello di Ariis è datato 1267 quando Gebardo di Wrusperg lo ricevette
come “feudo retto di abitanza”, per sé e per il fratello Enrico, dal patriarca
Gregorio di Montelongo 1300.
Nel 1309 i Capitani del Duca di
Carinthia tolsero il castello ai Commoreto per consegnarlo a
Giovanni di Strassoldo il quale “non essendo
d’animo guer-riero” lo rassegnò al Patriarca.
Nel 1346 e poi totalmente con il terremoto del 1348 il castello
andò quasi distrutto e in seguito fu ricostruito.
I Savorgnan, nella persona di Tristano,
che riceve l’investitura di Ariis e del Marchesato d’Istria entrano in possesso
del castello nel 1395.
Antonio Sbaiz nel
suo libro “I Savorgnan di Ariis” dice che il
castello avrebbe avuto forma ellissoidale con un diametro massimo da nord a sud
di almeno trecento metri e minimo, da est a ovest, di duecento, ma tali
affermazioni non sono convalidate da prove.
Persa l’importanza strategica militare
dopo il 1600, il castello di Ariis venne poco a poco smantellato e al suo posto
venne costruita una villa.
Il passaggio dal castello alla villa
avvenne presumibilmente tra il XVII e il XVIII secolo, pur-troppo i documenti
testimonianti questa fase non sono presenti nelle normali sedi di
consultazione. Marco Savorgnan ne fu l’ultimo abitatore di Ariis quando ormai
la famiglia era già decaduta, nel 1887 tutti i beni passarono agli Ottelio. Gli
Ottelio, furono gli ultimi proprietari e
vendono villa e terreni per acquistare altri beni in Toscana, poi in
Sardegna.
Della
famiglia Ottelio si sono trovate poche e generiche notizie non esistendo un
archivio vero e proprio della famiglia.
Le vicende
architettoniche della proprietà sono comunque di epoca e di iniziativa
Savorgnan, con gli Ottelio viene eseguita poi la sopraelevazione di un piano e
il restauro dei magazzini adiacenti a quelli del sale, la chiusura di mezza
barchessa della villa e la costruzione della serra nel lato sud della villa.
I magazzini, definiti “del
sale” da svariati articoli e libri, non hanno confermato con documenti questa
destinazione. Era risaputo che i Savorgnan avevano il monopolio del sale e del
tabacco e lo distribuivano nei loro feudi e nell’intera regione.
Consultando i
“Provveditori al Sal” nel-l’Archivio di Stato di Venezia si sono trovati due
documenti sul contrabbando del sale uno scritto da Ariis e l’altro da Marano
circa le barche dei contrabbandieri che sfuggivano agli inseguitori risalendo
il fiume Stella.
Per tre secoli
questi nobili hanno retto le sorti dell’intera regione, prima con il Patriarca
poi con Venezia, hanno rivestito le più alte cariche, hanno monopolizzato la
vendita di più merci facendo i loro interessi ma anche quelli della Repubblica
Veneta e nessuno ha affrontato una ricerca in questa direzione, basti pensare
che il più dettagliato libro sull”oro” (sale) di Venezia è stato scritto da
Hocqet nel 1979 e i problemi architettonici non vengono mai presi in
considerazione. Un’ultima sul fiume Stella: si è evidenziato dalla
documen-tazione storica che un ramo del fiume circondava il castello girando
proprio dietro i magazzini e andava a congiungersi con il Rio Brodiz; le barche
avrebbero potuto, quindi, arrivare direttamente alla porta del lato est e,
inoltre, il lago che si forma poco più a sud del ponte stradale fungeva da
approdo per le barche che giungevano con le varie merci dalla laguna.